Chi è Satoshi Nakamoto
Satoshi Nakamoto è il nome anonimo utilizzato dal creatore della crypto Bitcoin. Anche se il nome Satoshi Nakamoto è spesso sinonimo di Bitcoin, non è mai stata verificata la sua vera identità e forse il successo della crypto è dovuto all’alone di mistero intorno a questo personaggio.
Il nome Satoshi Nakamoto è legato allo sviluppo di Bitcoin sin dal 2007. Tutte le comunicazioni da e verso questo personaggio però avvenivano via email e non si hanno dettagli personali né di background che possano aiutare ad identificare la persona reale dietro questo nome. L’ultima corrispondenza email di Satoshi Nakamoto risale al 2010. Questa email era stata spedita ad uno dei primi collaboratori del progetto e veniva scritto che sarebbe “passato ad altro”. Ma andiamo con ordine.
Nel 2008 Satoshi Nakamoto ha pubblicato un documento che ha fatto conoscere le criptovalute a un pubblico molto più vasto, dando inizio alla loro ascesa di popolarità: Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System.
Il documento descriveva l’uso di una rete peer-to-peer come soluzione al problema della doppia spesa. Allora le crypto non erano un’idea nuova, c’erano stati infatti più tentativi di creare una valuta digitale. Tuttavia, Bitcoin affrontava un problema significativo: il problema della doppia spesa.
Una valuta digitale non esiste nello spazio fisico, il suo utilizzo in una transazione non la toglie necessariamente dal possesso di qualcuno. Di conseguenza, potrebbe essere spesa più di una volta.
Le soluzioni per combattere il problema della doppia spesa hanno storicamente comportato l’utilizzo di intermediari terzi fidati che verificassero se una valuta digitale fosse già stata spesa dal suo possessore. Nella maggior parte dei casi, le terze parti, come le banche, potevano gestire efficacemente le transazioni senza aggiungere rischi significativi.
Tuttavia, questo modello basato sulla fiducia comporta comunque costi aggiuntivi e il rischio di frodi. Pertanto, è necessario eliminare completamente il fattore umano. La crittografia e i meccanismi automatizzati di consenso di gruppo sono attualmente l’unico modo per evitare l’intervento umano nelle finanze.
Nakamoto ha proposto un approccio decentralizzato per le transazioni utilizzando registri, una rete, radici e alberi di Merkle, timestamp, incentivi, crittografia e un meccanismo di consenso. In una blockchain, i timestamp vengono aggiunti alle informazioni sulle transazioni e le tecniche crittografiche vengono utilizzate per criptare i dati. I dati crittografati non possono essere modificati, ma devono essere convalidati. La rete deve verificare l’autenticità delle transazioni sulla base di un meccanismo di consenso maggioritario chiamato proof-of-work.
Siccome il registro delle transazioni è distribuito su molti nodi del sistema, è difficile, se non impossibile, per un malintenzionato ottenere un controllo sufficiente del sistema per riscrivere il libro mastro a proprio vantaggio. I registri della blockchain sono mantenuti sicuri perché la potenza di calcolo richiesta per invertirli scoraggia gli attacchi su piccola scala. Gli hacker avrebbero bisogno di una rete in grado di convalidare e creare blocchi più velocemente della rete attuale e poi dovrebbero introdurre la nuova blockchain nella rete principale al momento giusto per sovrascriverla. Dovrebbero inoltre mettere in atto diversi altri attacchi alla blockchain nello stesso momento.
Persone ritenute Nakamoto
In un articolo di Newsweek del marzo 2014, Leah McGrath Goodman ha indicato Dorian Satoshi Nakamoto come il creatore di Bitcoin. Il reportage di McGrath dice: “La pista seguita da Newsweek ha portato a un uomo nippo-americano di 64 anni il cui nome è davvero Satoshi Nakamoto”. Indagini successive hanno però escluso questo personaggio.
Kal Finney era attivo nella comunità Bitcoin addirittura prima del suo lancio ed è stato la prima persona a ricevere Bitcoin. Inoltre abitava vicino a Dorian Nakamoto.
Nel 2005, Nick Szabo, uno dei primi cypherpunk, era amico di molte persone di quella cerchia. Egli scrisse un post sul blog ipotizzando una moneta digitale chiamata “Bitgold” che non dipendesse dalla fiducia di terzi. Anche Szabo è stato escluso come possibilità.
Uno dei personaggi più pittoreschi che sono stati nominati come la persona dietro Satoshi Nakamoto è Craig Wright. Accademico e uomo d’affari australiano, Craig Wright ha affermato di essere Satoshi in diverse occasioni ed è stato coinvolto in azioni legali riguardanti la proprietà dell’identità. Nel dicembre 2021, una giuria ha respinto una causa civile contro Wright intentata dalla famiglia di un ex collega defunto: David Kleiman. Il testamento di Kleiman dichiarava che Wright e Kleiman avevano co-creato insieme Bitcoin e che quindi gli era dovuta la metà della presunta scorta di oltre 1 milione di Bitcoin che possedeva Wright.
Ad ogni modo agli eredi di Kleiman sono stati assegnati 100 milioni di dollari. Questo ci indica che la giuria e il tribunale ritenevano che Wright e Kleiman avessero lavorato in qualche modo insieme al progetto. Sempre nel 2021, un tribunale del Regno Unito ha ordinato a Bitcoin.org di togliere il documento whitepaper di Bitcoin perché il sito web stava violando il copyright di Wright sul whitepaper, indicando l’opinione del tribunale che Wright avesse in qualche modo i diritti intellettuali sul documento.
Patrimonio
Grazie all’analisi della blockchain di Bitcoin è stato possibile dedurre con un grado di certezza relativamente elevato quali sono gli indirizzi di Satoshi Nakamoto. Secondo l’analisi della catena di Sergio Demián Lerner, scienziato capo di RSK Labs, Satoshi Nakamoto possiede circa 1 milione di bitcoin, circa il 5% del numero totale di BTC sul mercato (questi indirizzi risalgono all’inizio del Bitcoin nel 2008). Con questa cifra è una delle 30 persone più ricche al mondo!